La professione di infermiere attira molti giovani i quali hanno interesse verso questo campo e vorrebbero approfondire le proprie competenze. Il percorso per diventarlo non è dei più semplici, ma con gli studi giusti e un notevole impegno si può ottenere un grande risultato.
Infermiere: di cosa si tratta?
La prima cosa che va ben definita è chi sia la figura dell’infermiere. Questa figura professionale opera nel campo sanitario e si prende cura dei pazienti in maniera totale. Si parla comunque di un professionista laureato regolarmente iscritto all’albo degli infermieri, e che potrà mettere a disposizione dei pazienti tutte le sue competenze. Oltre a dover sottolineare che tale professione richiede un impegno umano non da poco.
Il corso di laurea in infermeria
Per potre intraprendere la carriera da infermiere è bene partire dalla scelta dell’università. Il corso di laurea è quello in Infermieristica al cui termine è previsto un esame di stato che permettera di abilitare l’infermiere alla professione ed iscriverlo all’albo. Per accedere al corso di laurea in Infermieristica bisogna superare un test di ingresso in quanto esso è a numero chiuso. Questo dura 3 anni durante i quali si ha modo di approfondire gli studi, ma di passare anche al pratico con attività di tirocinio.
Le materie presenti nel corso di laurea
Durante il corso di laurea in Infermieristica si ha modo di approfondire svariate materie. Queste hanno applicazione nell’ambito delle cliniche e degli ospedali, due delle strutture in cui la figura dell’infermiere è maggiormente richiesta. Le materie che vanno studiate, giusto per citare alcune di quelle più importanti, sono fisica medica, anatomia umana, istologia, biologia, psicologia, fisiologica, biochimica, patologia, farmacologia, medicina interna, malattie infettive, nefrologia e moltissime altre ancora. Soprattutto al terzo anno ci sono quelle che permettono di approfondire gran parte dei casi in cui può imbattersi un infermiere sul posto di lavoro.
Il tirocinio: un elemento fondamentale
Non bisogna mai dimenticare che la pratica dell’infermiere si basa molto sull’attività di tirocinio. Durante queste ore ogni studente ha modo di calarsi realmente in quella che è la vita dell’infermiere: potrà perciò scoprirne i lati professionali e ciò che potrà servire per incrementare il rapporto di fiducia col paziente. Inoltre grazie ai tutor a cui vengono affidati i tirocinanti si ha modo di apprendere quelle tecniche che saranno molto utili nella pratica dell’attività di infermiere. Proprio il tutor è una garanzia fondamentale per chi studia Infermieristica in quanto fa in modo che vengano approfondite le conoscenze sia a livello teorico che pratico.
Cosa fa concretamente l’infermiere?
Bisogna anche precisare quali sono i compiti dell’infermiere nel proprio lavoro. Il primo è quello di prendere in carico il paziente accogliendolo ed identificando quali siano le sue necessità, rassicurando i familiari. Successivamente passa alla pianificazione assistenziale e all’erogazione della stessa con la quale metterà al servizio del paziente quelle che sono le sue competenze acquisite nel corso di laurea. Passando poi alla corretta valutazione del malato, monitorandone costantemente lo stato di salute.
Gli obblighi di un infermiere
Le qualità morali di un infermiere hanno una notevole importanza soprattutto se si pensa che egli deve avere a che fare con persone fragili nel momento in cui hanno bisogno di assistenza sanitaria. L’infermiere ha anche degli obblighi in quanto professionista del settore: il primo è quello educativo, ovvero di tutela e promozione di uno stile di vita quanto più sano possibile. In secondo luogo si parla di formazione e quindi di corsi periodici che permettano di essere in costante aggiornamento. Essi rilasciando dei crediti ECM, ovvero dei punteggi da accumulare per garantire la formazione dell’infermiere.
Dove lavora un infermiere
Passando invece agli sbocchi lavorativi per chi conclude il proprio percorso di laurea in Infermieristica, è bene precisare che ci sono diverse soluzioni. La prima è lavorare presso enti pubblici come ASL o aziende ospedaliere o case di cura. Arrivando poi al privato dove potrà offrire le sue competenze al servizio di ONLUS, cliniche specialistiche o strutture residenziali, per citare qualche esempio. Arrivando poi alla possibilità di essere infermiere in regime di libera professione organizzando dunque il suo lavoro presso ambulatori e studi associati in maniera indipendente.